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 Abbazia e Dintorni / 2508 Visualizzazioni

"Ricordo di Caterina Caneva" -- Enzo Cacioli, Maria Italia Lanzarini, Don Ottavio Failli, Padre Don Pier Damiano Spotorno e Maria Teresa Ghinassi dedicano un ricordo a Caterina Caneva e alle sue opere. In particolare il dott. Enzo Cacioli (funzionario direttore e coordinatore presso la Soprintendenza ai beni architettonici di Firenze) richiama l'opera di Caterina Canova nella sua relazione sul "La riscoperta del colore e il trionfo della luce nel barocco religioso valdarnese".
Mentre il rinascimento aveva riletto l'architettura religiosa con l'utilizzazione del bianco di calce, proponendo cioè superfici intonacate e pitturate quali sfondi luminosi di eleganti modanature in pietra, ospitando nuova luce negli edifici e abbandonando le austere architetture lapidee tardo medioevali, così il barocco, introducendo i colori nella decorazione delle specchiature parietali esalta, in un contrasto cromatico innovativo ed invertito, le chiare modanature a stucco, le eleganti decorazioni a finto marmo, le luminose cornici dorate. Negli ultimi decenni la cultura del restauro pittorico ci sta progressivamente introducendo, con un esigente tirocinio di operosità e discernimento sull'esperienza dei cantieri di restauro, alla rivalutazione del colore e dei colori ed alla riscoperta della luce quali fattori determinanti per leggere l'architettura con occhi nuovi: luce e colore assumono quindi un ruolo centrale nella rilettura del barocco, in una riscoperta affascinante che ci rende più consapevoli a partire proprio dalla 'novità barocca'. Gli interventi di restauro intrapresi dalla Soprintendenza fiorentina ci propongono una rivisitazione delle cromie sei-settecentesche: accanto ad eleganti e sontuose chiese fiorentine (San Marco, San Paolino, San Frediano in Cestello...) emerge un interessante repertorio proveniente dal territorio valdarnese, che non può certo essere definito 'arte minore'. Dal restauro delle redazioni pittoriche settecentesche dell'Abbazia di Vallombrosa e della chiesa di San Michele a Caselli nel territorio reggellese al recupero delle pitture e decorazioni murali nella chiesa del Vivaio ad Incisa, l'architettura religiosa barocca del Valdarno superiore risorge, luminosa e ricca della sua policromia, con tutta la forza di un nuovo modo di esprimere in armonia il genio artistico e la fede religiosa.
La conferenza è stata effettuata venerdì 22 luglio 2011presso il giardino del Daino Bianco nel ciclo delle conferenze e incontri del Daino Bianco.